Testo approvato all’Assemblea Regionale del 6 aprile 2014
Carissimi, come va?
Vi starete chiedendo chi è che scrive, ma sopratutto come mai abbia questo tono così familiare che normalmente si utilizza con le persone di famigli
a o con quelle che si conoscono molto bene. Non preoccupatevi, man mano che le parole scorreranno capirete!
Vogliamo iniziare con una “Filastrocca impertinente”, forse qualcuno potrebbe cominciare a capire:
«…chi sta zitto non dice niente,
chi sta fermo non cammina,
chi va lontano non s’avvicina,
chi si siede non sta ritto,
chi va storto non va dritto,
e chi non parte in verità,
in nessun posto arriverà». (G. Rodari)
Bella vero? Ma qualcun altro ancora si chiederà: cosa c’entra con Noi questa filastrocca?
Pazienza, pazienza! Iniziamo ricordando a Noi stessi, la figura dell’adulto in Agesci, con alcune sue sfaccettature! Un adulto ha il dovere di esprimere la propria forza e le proprie risorse, la propria capacità di adattamento, accogliendo i limiti propri e degli altri, capace di accrescere il senso dell’empatia (accogliere dentro) e dell’ascolto attivo, di basarsi sulle proprie forze aiutando gli altri a fare altrettanto, considerandoli ed accettandoli come capaci e uguali.
Per fare tutto ciò, non è necessario mettere in atto un intenso programma specifico per gli adulti, ma creare un ambiente favorevole, nel quale gli adulti possano sentirsi sostenuti e riconoscersi, chiaramente, consapevoli che al di là delle funzioni che svolgono, hanno bisogni propri dei quali lo scautismo deve e può tenere conto.
Il Movimento scout ha acquisito un’esperienza considerevole nel formare le persone alle tecniche scout, ad alcuni aspetti della leadership e alla formazione dei formatori. Tuttavia, la sua esperienza nel campo delle relazioni umane, non la si può considerare mai sufficientemente conclusa, è un continuo divenire che, diversamente dagli altri argomenti, è legata al contributo delle persone che si coinvolgono. Le relazioni umane non sono una teoria o un discorso, sono un fatto.
Il Consiglio Regionale è un luogo certamente variopinto, dove sono concentrati una notevole varietà di servizi associativi, ciascuno dei quali fa riferimento a una realtà piuttosto articolata e strutturata; potrebbe essere questo quell’ambiente favorevole di cui si parlava sopra?
Un Consiglio Regionale viene vissuto dai suoi componenti in modo diverso: in particolare c’è chi lo vive con gioia, la gioia di sentirsi parte di qualcosa di più grande, la gioia di stare con altre persone (provenienti dalle varie parti della Calabria) che condividono gli stessi impegni e le stesse speranze e con le quali ci si confronta e si cercano soluzioni in vista di un cambiamento. Un luogo di crescita, il Consiglio, in cui si condividono anche le storie e i sogni personali, dove si può imparare ad avere maggiore attenzione alle relazioni, imparando a fidarci e affidarci, dove si colgono con forza, la responsabilità e l’impegno che derivano dal proprio mandato, dove, se ognuno fa la propria parte, è possibile fare inversione di marcia e di pensiero per una società più giusta!
Ma un Consiglio ha il dovere di prestare attenzione, affinché nessuno possa restare “solo”, e non accada che le branche e i settori restino “al margine”, che ciascuno (persone e soggetti associativi) cammini per i fatti suoi, o ritorni a casa non avendo condiviso scelte concrete. Dove la partecipazione e la corresponsabilità determinano un confronto costruttivo e pro-positivo.
Ma chi ha detto tutto questo sul Consiglio Regionale? Cominciamo a ricordare?
L’abbiamo forse detto Noi? Sì. E abbiamo anche detto, tutti assieme, che se la caratteristica del Consiglio è la diversità, è possibile seguire un’unica direzione rispettando questa peculiarità, attraverso idee, idee al servizio di una capacità progettuale!
Una capacità progettuale dove la passione di queste idee si trasformi in “forza”, la forza di una progettualità condivisa.
Ed allora, può questo luogo essere l’ambiente favorevole dove sentirsi sostenuti e consapevoli?
Si lo è! E sapete chi lo afferma? Sempre Noi. Noi stessi lo abbiamo affermato e abbiamo sigillato tutti assieme questo impegno riconoscendo il Consiglio Regionale il luogo dove ogni suo membro esercita:
Lo abbiamo scelto liberamente e consapevolmente, e questa scelta ci impegna in modo assoluto sentendoci ognuno parte fondante di questo luogo, dove non abbiamo bisogno di un “contratto sottoscritto” per sentirci garanti e promotori di questo impegno, perché l’averlo solo ricordato a Noi stessi, attraverso questa lettera, ha rinvigorito e dato maggior forza all’impegno che ognuno di Noi ha nei confronti del Consiglio e dell’Associazione tutta.
Buona Strada a tutti voi!
Il Consiglio Regionale
dell’Agesci Calabria