Baden Powel insegna “Estote Parati”, Franciscus urla a gran voce “Estote Parati”, ed un esercito di volontari della Pace ha fatto proprio questo grido ed è arrivato alla Basilica di Santa Maria Maggiore.
Risposta senza euguali per le esequie di Papa Francesco.
Dal giorno della sua morte ha iniziato a chiamarci, tutti, a gran voce, non solo i Pellegrini, ma anche chi ha voluto ossequiarlo, servirlo e rendergli omaggio, e’ arrivato da ogni angolo, da ogni pertugio della nostra Penisola. Ogni singolo volontario, e parliamo di circa 3000 volontari, è giunto carico di entusiasmo, di spirito di servizio, di cordialità e senso di comunità; ma anche voglioso di prendersi cura, di farsi carico di ogni anima, di ogni persona, di ogni fragilità .
Da Nord a Sud sono arrivati volontari attivati dalla Protezione Civile che ha coinvolto le diverse Associazioni, tra cui l’AGESCI, i volontari dell’Ordine di Malta, l’ANPAS, la Croce Rossa Italiana, l’Associazione degli Assistenti Sociali (A.S.PRO.C).
Ognuno con la sua peculiarità, l’Ordine di Malta, capitanata da Antonio e supportato da Valerio e Massimo, con la loro compostezza bell’esserci e nel dare una rigidità e una formalità alle migliaia di persone messe in fila, in alcuni momenti, anche, sotto un sole cocente, così da non poter eludere i controlli necessari del caso e fare in modo che nessuno uscisse fuori dalle “righe” .
Si, le macchie di colore sono tante, ognuno con la propria uniforme, alle spalle della Basilica, li’ dove inizia il serpentone, c’è l’arancione, il giallo, il blu, ma forse un po’ per campanilismo o per gusto personale il colore più attraente e più allegro era la macchia azzurra delle camice Scout e dei fazzolettoni fluo. Una macchia di colore che porta un viso solcato dalle rughe o un viso di un giovane 22enne…, ci sono proprio tutti, coprono ogni fascia d’età e di lingue.
Franco e Davide, entrambi della Regione Piemonte ma di due gruppi diversi, hanno fatto il viaggio insieme e sono arrivati a Centocelle con uno zaino carico di volontà, di emozioni e di sorrisi. E, Maddalena, Margherita, Elena e Alessandro, sono venuti giù dal Veneto, giovanissimi, con una voglia pazzesca di poter dire: “Io ci sono” , “i miei piedi seppur carichi di vesciche sono stati su quella piazza e la mia bocca ha avuto sempre i lati rivolti verso l’alto…”, non hanno mai smesso di sorridere e far sorridere. Manlio, Alessandro, Pietro Francesco, Roberta, Elena e Luisa che nonostante romani o vicini hanno scelto di essere qui in questi giorni, il sorriso romano e il porgere il braccio a chi ha una qualche difficoltà ha il suo perché… Lella e Francesca una Calabrese e una Romagnola si sono rincontrate senza saperlo, ma dovevano essere qui, a restituire, per quanto si possa fare, a Franciscus, quanto ha dato loro. Francesca dice è stato e rimarrà sempre il Papa degli ultimi, il Papa, il sacerdote, l’uomo che in qualche modo ha tracciato una nuova via anche per noi educatori. Noi Scout così come Papa Francesco ci ha più volte detto dobbiamo essere inclusivi, dobbiamo far sentire tutti, nessuno escluso pezzettino del nostro essere, della nostra comunità.
Laura, Ivo, Alessandro coordinatori delle nostre attività e attenti ad ogni esigenza dei volontari Scout, dalle mille telefonate per rassicurarsi che ognuno fosse arrivato a destinazione, che ognuno di noi avesse avuto un pasto caldo e una brandina su cui riposare, sornioni e seriosi sono stati il nostro supporto, perché se noi scout siamo così entusiasti della vita è perché c’è sempre qualcuno che lavora per tenere alta la nostra motivazione e Laura, Alessandro e Ivo sono stati fantastici… dei veri fratelli maggiori.
Ma torniamo alle file, alla moltitudine delle persone che si è riversata sulla Piazza per entrare in Basilica, sconvolgente il numero dei giovani, tanti, tanti, tanti, ma d’altronde Papa Francesco nel suo Pontificato ha puntato molto su di loro ed ha vinto alla grande questa scommessa. I ragazzi nonostante la fatica della visita alle Basiliche per il loro giubileo, non si sono voluti esimere dall’accompagnarlo nel suo ultimo viaggio e nel venirsi a rassicurare che fosse lì ad aspettarli ad ogni loro ritorno.
Simone, dell’ A.S.PRO.C ci riporta la sua sensazione di volontario dicendo: noi volontari ci siamo stati con gentilezza, siamo riusciti tutti a cogliere le fragilità di ogni pellegrino e la loro silenziosa richiesta d’aiuto e in silenzio le uniformi dei diversi colori hanno saputo rispondere in modo equo ma non uguale, con un sorriso, una parola, un braccio, una spalla, un “venga con me e non si preoccupi” , “come with me and don’t worry”, ha risposto ad ogni esigenza.
Il silenzio, la compostezza, l’ordine e lo strano profumo che aleggia in Basilica da’ i brividi e vedere lì a terra la tomba di Francesco ti dà e ti fa toccare con mano e con gli occhi la sua Grandiosità.
Mi preme però lasciarvi l’immagine di Alessandro: “vedere file di piedi, piedi di poveri, di frati, di porporati, insieme sulla stessa strada, nessuno ha avuto una strada preferenziale, un passo dopo l’altro, hanno camminato insieme.
Adesso la sfida più grande sarà quella di continuare a camminare insieme per rendere reale e concreto il messaggio che Francesco ci ha lasciato.
L.C.