Non temo le urla dei violenti ma il silenzio degli onesti

“La più grande tragedia di questi tempi non è

il clamore chiassoso dei cattivi,

ma il silenzio spaventoso delle persone oneste”

Martin Luther King

Solo tre giorni fa con i nostri ragazzi festeggiavamo la giornata del pensiero 2023 riflettendo sul tema della pace. E oggi ci preparavamo a partire da tutti i nostri territori, alla volta di Paola, per partecipare con gioia ed entusiasmo alla Marcia della Pace. Ma ecco una tragedia, l’ennesima, si è consumata lungo le nostre coste, sul litorale di steccato di Cutro. Il nostro pensiero e la nostra preghiera vanno a tutte le vittime, specialmente a quei piccoli bambini, che avrebbero dovuto approdare alla ricerca di un’infanzia e di un futuro migliori. Non è nostra competenza analizzare cause e trovare colpevoli, lo sappiamo bene. Ma sappiamo anche che di fronte a tante, troppe vittime, il nostro dovere è quello di interrogarci, indignarci, alzare la voce, nei confronti di un mondo che manifesta per la pace, l’uguaglianza, i diritti dell’uomo e dell’infanzia, ma poi resta in silenzio di fronte a tragedie che ormai stanno diventando troppo frequenti. Non possiamo non sentire su di noi la responsabilità di essere nati nella parte fortunata del mondo. Oggi, più che mai, ci sentiamo toccati dalla necessità di “essere operatori di giustizia e pace non solo nei nostri contesti di vita quotidiana, ma anche in contesti più ampi operando scelte di riequilibrio tra chi ha troppo e chi nulla. A condividere azioni e pensieri sul tema dell’accoglienza, in ogni contesto nazionale ed internazionale in cui siamo presenti.” Confidiamo di non arrenderci, di continuare a sperare che l’educazione sia lo strumento più potente ed efficace di cambiamento, per provare a cambiare le cose, a dare voce al silenzio che oramai urla dai nostri fondali. Dobbiamo e vogliamo accogliere, allora, l’invito di Don Mimmo Battaglia ” a non rimanere prigionieri delle paure o della rassegnazione… ma a vivere, avversari dell’assurdo, profeti del significato. Non lasciamo che l’assurdo si impadronisca della nostra vita.” Oggi i nostri cuori e i nostri passi saranno più pesanti, ma i nostri piedi non smetteranno di camminare, né le nostre mani di portare servizio. Affidiamo a Dio, Padre buono, tutte le vittime di Cutro, perché nessuno più di esse, oggi, è testimone della passione e dell’ingiusta morte del Cristo!